Privacy Policy Lettera ai Sindaci - la terra sotto i piedi

Lettera ai Sindaci

Egregio Sindaco,
in vista della piena ripresa delle attività agricole e in osservanza di quanto prevedono i Piani di Azione Nazionale e Regionale in merito all’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, faccio presente che, per quanto ho osservato da cittadina di Monzambano residente in luogo di agricoltura intensiva e per quanto posso testimoniare come apicoltrice, nel nostro territorio non vengono rispettate alcune norme di rispetto ambientale previste dal Piani citati, norme di cui gli agricoltori sono a conoscenza grazie ai corsi di formazione per conseguire l’attestato abilitante di utilizzatori professionali di prodotti fitosanitari.
Ricordo che le normative sull’uso dei prodotti fitosanitari rientrano in un quadro legislativo comunitario e per l’Italia sono attuative già dallo scorso anno e sono dettate per mitigare il forte impiego di prodotti fitosanitari di questi ultimi anni e sono dettate inoltre per tutelare gli ambienti acquatici, l’acqua potabile, la biodiversità e, non ultimi gli utilizzatori professionali (i contadini e le loro famiglie) e tutti i consumatori finali di prodotti derivanti da agricoltura e allevamento.
Osservando che le norme in questione non vengono rispettate, chiedo di essere tutelata nella mia salute e nel mio lavoro.
Chiedo che si rispettino le basilari norme di divieto di effettuare:
– trattamenti erbicidi su argini e rive;
– trattamenti senza aver provveduto allo sfalcio;
– qualsiasi trattamento in presenza di vento e su colture in fioritura (e prefioritura a seconda di quanto riportato in etichetta).
Chiedo inoltre un intervento diretto e immediato che ricordi l’osservanza:
– di quanto riportato dalle etichette dei prodotti fitosanitari, con particolare attenzione ai prodotti fitosanitari considerati tossici o molto tossici. A questo proposito chiedo di sollecitare i consorzi agrari affinché si adoperino a fornire schede tecniche aggiornate dei prodotti maggiormente tossici;
– delle dosi e tempi di somministrazione dei prodotti;
– delle misure antideriva;
– delle distanze da tenere dai corsi d’acqua, dalle strade, dalle abitazioni, dai luoghi pubblici (distanze variabili da un prodotto all’altro e specificate nelle singole etichette).
Chiedo che l’autorità pubblica, garante non solo del buon funzionamento delle attività produttive ma anche della salute dei cittadini, si impegni nel controllo della corretta e scrupolosa compilazione dei quaderni di campagna e in un intervento immediato in caso di segnalazioni di comportamenti incuranti della normativa vigente.
Credo che un’Amministrazione attenta all’ambiente e alla salute dei cittadini debba far osservare le normative citate, tutelando al massimo grado le aree soggette a vincoli di ‘tutela paesaggistica e ambientale’ con ‘l’obiettivo di favorire la massima espressione delle potenzialità naturali (conservazione e naturale evoluzione), sia sotto il profilo vegetazionale sia sotto il profilo faunistico’, obiettivo da considerare ‘prevalente rispetto all’esercizio dell’agricoltura’ (Comune di Monzambano: P.G.T. approvato – Piano delle regole p.76). Nella complessità del nostro territorio ricordo che sono soggette a significative restrizioni per quanto riguarda l’uso dei prodotti fitosanitari le aree abitate e frequentate dalla popolazione, le strade, le zone umide ecc. Segnalo che alcuni trattamenti erbicidi sono già stati effettuati in alcune di queste aree protette (nel nostro Comune e in Comuni a noi limitrofi).
Personalmente sono convinta che il problema di salute ambientale dovuto all’uso dei pesticidi sia ampiamente sottovalutato e che si ignori la pericolosità di molti prodotti in commercio. Ad esempio, i prodotti a base di clorpirifos – molto utilizzati in zona e rilevati in quantità consistente nei miei campioni di polline – sono molto nocivi a insetti impollinatori e animali acquatici ma sono anche ritenuti dannosi al cervello dei bambini (interferirebbero in modo permanente nel loro sviluppo neurocomportamentale).
In generale, il problema è che molti prodotti nocivi all’ambiente, soprattutto perché di difficile degradazione, sono regolarmente registrati: per questo le chiedo, dopo aver verificato quanto sto segnalando, di intervenire anche a livello politico. A titolo di testimonianza, invierò questa lettera ai sindaci dei Comuni limitrofi per manifestare l’urgenza di ripensare al nostro modello di agricoltura di carattere intensivo per uno più compatibile alla vita (come è stato fatto in alcuni Comuni più virtuosi).
Spero comprenda l’importanza del problema e mi auguro che gli dia la priorità che merita. Mi auguro e le chiedo altresì che, prendendo tutti i provvedimenti che riterrà opportuni, sia mosso dalla preoccupazione dal pensiero dell’avvenire. Le chiedo di prendere provvedimenti avvalendosi, non dell’esperienza della maggior parte di quanti – ora sessantenni o settantenni – hanno operato in agricoltura negli ultimi decenni con i risultati che abbiamo davanti agli occhi, ma considerando gli studi presenti (su acque, suolo, pericolosità di alcuni principi attivi contenuti nei prodotti fitosanitari ecc.) e considerando ciò che lei stesso vede accadere alla nostra flora e fauna selvatica.
Vorrei che lei, come anch’io ogni giorno mi impegno a fare, si mettesse nei panni di un bambino chiedendosi che aria vorrebbe respirare e acqua vorrebbe bere e frutti vorrebbe mangiare e poi decidesse in che misura e modo è giusto impegnarsi.

Monzambano, 10 aprile 2017
Francesca Ferri