Privacy Policy Intervista di Heike Hoffmann per Genuss vom Gardasee - la terra sotto i piedi

Intervista di Heike Hoffmann per Genuss vom Gardasee

Come vi siete trovati tu e le api? L’apicoltura è una tradizione di famiglia?

Le api non sono una tradizione di famiglia, ma a pensarci oggi una passione nata un po’ casualmente. Lo zio Ferdinando quasi vent’anni fa ormai ha chiesto a me e a mio fratello se le api potevano interessarci e dopo qualche giorno avevamo maschere e tute, le prime attrezzature e due arnie con le api! Poi nel 2010 con la nascita dell’azienda agricola l’allevamento è diventato un po’ più serio. Oggi oltre a quello in azienda abbiamo due apiari stanziali in Toscana e sulle montagne vicentine.

Perché e quando è nata La Terra Sotto i Piedi?

La Terra Sotto i Piedi è nata ufficialmente nel 2016 da un modo di intendere l’apicoltura e di sentire i problemi ambientali che è cresciuto con Filippo Mecchi e Paola Furlan, due persone che fanno parte del progetto. Ha origine però da alcune iniziative e esperienze avute a partire dal 2012 come la partecipazione alla rete di monitoraggio nazionale Beenet diretta da Claudio Porrini, la formazione presso l’Associazione Apicoltori Mantovani, le mie attività di segnalazione e denuncia nel mio territorio. Certo, all’origine ci stanno la tradizione agricola della mia famiglia e l’attenzione di mio fratello e mia per l’ambiente e quindi per un certo tipo di agricoltura.

In sostanza, La Terra Sotto i Piedi nasce dal fatto di vivere e voler condurre un allevamento apistico in un contesto di agricoltura intensiva praticato sulle mie colline, un contesto fortemente ostile alla vita delle api. Le mie api in questi anni hanno sofferto forti livelli di mortalità e spopolamento e questo fatto per me è inaccettabile. Non è possibile perdere ogni anno migliaia e migliaia di api e nello stesso tempo sapere che la colpa viene dall’uomo che sta mettendo a rischio la salute di acqua e suolo, oltre che la propria.

Collabori anche con colleghi? Penso che tutti gli apicoltori abbiamo lo stesso problema, alveari deboli o malati…

Il confronto con colleghi è stato oltre che altamente formativo dal punto di vista professionale (io infatti ho un dottorato in materie umanistiche, non ho una formazione scientifica) anche estremamente utile per capire che i problemi che io riscontravo nei miei apiari erano gli stessi che avevano altri apicoltori della mia zona.

Soprattutto mi ha aiutato il confronto con Matteo Federici, un apicoltore conosciuto da tecnico di Apilombardia durante il monitoraggio Beenet: grazie alla sua esperienza e ai suoi consigli ho capito che era necessario fare qualcosa di più aperto, qualcosa che mettesse in relazione l’apicoltore con il mondo agricolo e quello istituzionale.

Oggi anche l’Associazione Apicoltori Mantovani di cui faccio parte si sta muovendo in questa direzione; molti giovani apicoltori infatti non accettano più la situazione attuale, le api che sono sempre più difficili da allevare, i quintali di miele che mancano…

Devo dire che il problema delle api è molto sentito e in questi anni molte persone mi hanno sostenuto. Dall’anno scorso collabora a La Terra Sotto i Piedi anche un artista di Thiene, Alberto Brunello.

Un amico, produttore di vino bio (Mauro Fortuna, Az. Agr. Le Tende, Colà di Lazise) mi ha detto che da lui, anche se sono sempre di più i produttori di vino bio, non si può produrre miele bio. Dice che sul Monte Baldo invece è possibile, perché la natura la abbastanza sana…è giusto?

Sì è giusto. Senza addentrarmi nel discorso del biologico e delle sue certificazioni, è corretto pensarlo (certo ammesso che l’apicoltore usi cera e presidi veterinari biologici). E poi è molto logico pensare che dove la natura è più sana anche le api stiano meglio, resistano meglio alle malattie e ai nemici naturali che purtroppo hanno e che quindi riescano a produrre cose più sane. Sappiamo che sul pianeta non esiste più un luogo dove la natura sia incontaminata ma insomma è facile pensare che più ci allontaniamo dalle fonti di inquinamento, in primis quello dovuto all’uso dei prodotti fitosanitari di sintesi, più avremo miele, polline, propoli sani.

È per questo motivo che hai un apiario in Toscana?

Sì in Toscana e in montagna. Se non ci sarà una svolta verso il biologico nelle zone di pianura, la montagna credo che in futuro sarà una grande risorsa per gli apicoltori.

Che cosa potrebbe fare il consumatore, secondo te, per aiutare le api?

Tutto è nelle mani del consumatore…deve scegliere prodotti biologici o coltivati da sé senza l’uso di sostanze dannose alle api e all’ambiente!! Acquistare prodotti biologici significa non sostenere un tipo di agricoltura che inquina spesso in modo irreparabile le acque superficiali e sotterranee e impoverisce e rende sterile il suolo. Come dire: se non voglio che la plastica finisca in mare devo smettere di adoperarla.

Parliamo un po’ del miele: che miele fai, di che tipo?

Già il miele. Come avrai capito nei miei interessi prima vengono le api e l’ambiente ma tutte queste cose hanno come centro questo prodotto incredibile…

La mia produzione principale è di miele millefiori che si differenzia in base al momento e al luogo di raccolta. Diciamo che ogni anno ho un miele millefiori primaverile ‘floreale’, seguito da un miele ‘fruttato’. Come mieli monoflora ho prodotto anche miele di acacia, castagno ed edera.